Ringrazio ancora quell'anima pia
che arredò la sala con colori vivaci: arancione, il colore della vitalità è il
colore che mi porterò nel cuore per il resto della vita.
Ciò che stavo per affrontare mi
portava a provare una prodigiosa euforia, che mitigava la paura e ogni lieve
accenno ad un esito positivo era per me fonte di nuova forza.
Il tempo scorreva lento mentre
aspettavo e ogni nuovo arrivo di contrazione non poteva scandirne con
precisione il passaggio perché non erano regolari, d'intensità profonda come un
presagio dell'ignoto che mi aspettava.
I centimetri si accumulavano e mi
avvicinavano al momento cruciale di maggiore dolore e di maggiore vicinanza con
la vita.
Sempre quel color arancio, così
pimpante, così insistente; troppo simile a quell'infuocata sensazione che
pulsava dentro di me, nella mia parte più intima e delicata.
Credo di averne fatto un vanto in
quel momento della mia forza nel sopportare un dolore per me nuovo. Dopo
essermi preoccupata per mesi di poter avere ogni sollievo, proprio in quel
momento dove avrei dovuto urlarne la somministrazione, non ci pensai
minimamente.
Questo era il mio trofeo, il mio
ego voleva godere della mia tenacia.
E sentivo crescere dentro di me
l'urgenza, la spinta di vita che voleva esplodere. Il mio bambino, sapevo già
che era un maschietto, voleva venire al mondo.
Credo che sia durata un'eternità
quel susseguirsi di comandi sussurrati e
di carezze, per rendere dolce ciò che dolce non era più.
Uno, due, tre, quattro, cinque
.... riposa ….. uno, due, tre, quattro, cinque ....riposa....
Uno sforzo di concentrazione,
tutte le mie energia concentrate in quel punto.
Poi, qualcosa in quel meccanismo
che sembrava così perfetto saltò.
Cambiò il tono delle voci, freddo
e brividi, guardavo in alto e vedevo solo bianco, ma volevo il colore, volevo
l'arancione che mi calmasse.
La mente vagava alla ricerca di
quanto di più bello riuscissi a ricordare. Forse urlai, credo di aver chiamato
Dio.
Sentivo la mano forte di mio
marito, mi stringeva e si faceva stringere. Richiamai tutta la forza dispersa
in una vita.
Poi un luccichio metallico, a
cosa pensavo? Una luce fievole e lontana, una spinta poderosa e uno
sconquasso..
La risata isterica e più folle,
il pianto più muto!
Era nato, era bruttissimo,
sembrava un ranocchio di mille colori: rosso, violetto, rosa..
Era la mia nuova vita che urlava
a mi diceva: “Ce l'abbiamo fatta!”
Appunto:
Lo rileggo e piango, non ho
saputo raccontarlo meglio, mai in vita mia rivivrò un'esperienza simile. Mai
vita e morte per me sono state così vicine.
La cameretta di Fabio è
arancione, con le tende blu.
Io ringrazio Laura per aver accettato di condividere con me e con tutti i lettori del mio blog e delle mie pagine social, la sua esperienza di parto.
Se anche voi volete condividere la vostra esperienza di parto, potete mandarmi il vostro racconto via e-mail a: da.mamma.a.mamma2012@gmail.com oppure scrivermi un messaggio privato sulla mia pagina Facebook
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Leggere le esperienze di parto altrui è sempre emozionante.
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